FILOLOGIA GIAPPONESE

Anno accademico 2018/2019 - 2° anno
Docente: Mario Talamo
Crediti: 9
SSD: L-OR/22 - Lingue e letterature del Giappone e della Corea
Organizzazione didattica: 225 ore d'impegno totale, 171 di studio individuale, 54 di lezione frontale
Semestre:
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Obiettivi formativi

Conoscenza e Capacità di Comprensione: Al termine del corso lo studente avrà maturato una maggiore consapevolezza delle strutture grammaticali della lingua giapponese classica e della prosa in sino-giapponese (kanbun), con le sue regole di costruzione, trascrizione e traduzione. Una parte delle ore di lezione verrà dedicata alla lettura, all’analisi e alla traduzione di passaggi da opere letterarie che forniranno agli studenti le competenze necessarie per decifrare un testo classico. Il corso comprende anche un modulo di paleografia giapponese, con esercitazioni sulle varianti calligrafiche dei kana standard e non standard (hentai gana) e lettura guidata di edizioni a stampa, anche con l’ausilio di supporti digitali. Lo studente apprenderà dunque il lessico tecnico della descrizione bibliografica dei testi a stampa di periodo premoderno. Il corso di Filologia Giapponese migliorerà la capacità d’impiego del dizionario degli ideogrammi, del dizionario della lingua classica e dei dizionari monolingue.

Capacità di Applicare Conoscenza e Capacità di Comprensione: Il secondo corso di Filologia Giapponese si propone di sedimentare le competenze acquisite nel primo corso, fornendo agli studenti tutti gli strumenti necessari per leggere e decodificare i testi classici con l’aiuto dei dizionari. Agli studenti sarà richiesto di tradurre frasi ed elaborati di media lunghezza, che apporteranno sicuri benefici alle loro conoscenze linguistiche e alla capacità di produrre una versione italiana di un testo classico giapponese. Lo studio della lingua classica si dimostrerà importante anche per una maggiore padronanza del giapponese scritto, vista la frequenza di espressioni mutuate da un registro classico in contesti formali e negli scritti critici.

Autonomia di Giudizio: Lo studio della lingua giapponese classica accrescerà nello studente la capacità di ragionare sul suo sviluppo storico-linguistico. La presentazione di brani tratti da opere letterarie risalenti a diverse epoche storiche rappresenterà inoltre l’opportunità per riflettere in senso critico su di una lunghissima tradizione letteraria. Lo studio della prosa in sino-giapponese sarà l’occasione per entrare in contatto con una produzione letteraria colta, da sempre oggetto di grande ammirazione. La familiarità con il testo a stampa fornirà inoltre interessanti spunti di riflessione sulla standardizzazione dell’uso dei kana e sulla scrittura corsiva degli ideogrammi. Tutto ciò concorrerà a sviluppare autonomia di giudizio sia in merito alle tematiche trattate, sia in rapporto alle diverse questioni di tipo filologico, linguistico, storico-letterario e culturale.

Abilità comunicative: Gli studenti che frequentano un corso di Filologia riconoscono un generale miglioramento nella conoscenza della lingua straniera. Allo stesso modo, anche lo studente di Filologia Giapponese migliorerà la padronanza del giapponese moderno grazie allo studio delle strutture grammaticali della lingua classica e grazie all’impiego di materiale critico e antologico interamente scritto in lingua. Il lavoro di ricostruzione e trascrizione dei testi a stampa impegnerà direttamente le capacità linguistiche degli studenti, maturate nel corso dei cinque anni di studio della lingua giapponese.

Capacità di apprendere: L’insegnamento renderà lo studente autonomo nel confronto con le opere della letteratura giapponese classica. I corsisti avranno la possibilità di mettere in pratica gli insegnamenti di lingua giapponese e di migliorare la conoscenza dei sistemi di scrittura. Lo studente acquisirà altresì dimestichezza con l’utilizzo di motori di ricerca on-line, data-base e repertori informatizzati.


Modalità di svolgimento dell'insegnamento

Lezioni frontali, esercitazioni e prove scritte


Prerequisiti richiesti

Ѐ richiesta la conoscenza delle principali strutture del giapponese moderno e la familiarità con la lettura e la scrittura degli ideogrammi.

Per lo studio del kanbun è auspicabile che lo studente abbia dimestichezza con il katakana.


Frequenza lezioni

Il ritmo incalzante con cui la didattica si alternerà alle prove intercorso e la difficoltà degli argomenti trattati rendono la frequenza fortemente consigliata.

Gli studenti che non hanno seguito il corso di Filologia Giapponese durante i tre anni della laurea di primo livello sono caldamente invitati a prendere parte al “corso zero” di Filologia Giapponese, che si terrà in data da concordare con il docente e che riguarderà le strutture basilari della lingua classica: ortografia, verbo, aggettivi e pseudo aggettivi.


Contenuti del corso

Il corso si articola in tre moduli, intervallati da due prove intercorso e da un esame finale.

La prima parte (marzo) riguarderà la presentazione dei suffissi coniugabili (-su e –sasu, -shimu, -ru e –raru, -zu, -mu, -ji, -beshi, -maji, -ramu, -rashi e –meri).

Due delle sei ore settimanali saranno dedicate alla lettura e alla traduzione dei testi (reading classes).

Al termine del primo modulo è prevista una prova intercorso che riguarderà tanto gli argomenti di grammatica classica quanto la traduzione dei testi.

Il secondo modulo (aprile) prevede l’introduzione alle strutture basilari del kanbun (prosa in stile sino-giapponese):

Lo stile kundoku e il kakikudashibun.

L’uso degli okurigana.

I segni diacritici kaeri-ten, re-ten, ichi-ni-ten, tate-ten e jō-ge-ten.

Ѐ prevista la lettura di brani in stile sino-giapponese tratti da Nihongaishi (1827) di Rai San’yō (1780-1832).

Anche il secondo modulo proporrà le reading classes e terminerà con la consueta prova intercorso.

La terza e ultima sezione (maggio) approfondirà lo studio del kanbun:

Il concetto di okiji: le particelle locative [o] e [u]; il complemento di compagnia espresso con [yo]; le negazioni [fu] e [futsu]; il discorso diretto con [etsu]; la richiesta cortese espressa con [sei] e la particella desiderativa [gan]; il tempo passato nella prosa in stile sino-giapponese.

La particella connettiva [ji] e la particella conclusiva [i].

Il causativo espresso con [shi], [rei], [kyō] e [ken].

L’imperativo negativo espresso con [butsu]; le particelle enfatiche [ji] e [i]; gli usi di [ya].

La copula negativa con [hi]; il verbo [] e i suoi significati; il paragone di maggioranza e di minoranza espresso con [jo] e [jaku]; il complemento di moto da luogo espresso con [ji] e [jihi].

I saidoku moji.

Anche il terzo modulo darà spazio alla lettura di brani in stile sino-giapponese, tratti da Nihongaishi (1827), e di testi antologici, per terminare con la terza e ultima prova d'esame.

Una parte del corso prevede l’introduzione allo studio della paleografia e alla lettura di manoscritti e testi a stampa di epoca premoderna. Ѐ prevista la presentazione dello stile ideografico corsivo (kuzushiji) e delle forme sillabiche non standardizzate (hentai gana). Parte del modulo riguarderà la lettura guidata e la trascrizione di brani tratti da: Jippensha Ikku, Tōkaidōchū hizakurige, vol. I. Edo: Eiyūdō (Murataya Jirōbee); edizione di epoca Kyōwa-Bunka (1802-09).

Il modulo di lettura e traduzione testi (reading classes) prevede l’analisi di tre produzioni particolarmente popolari nelle rispettive epoche storiche. Il materiale sarà presentato in ordine cronologico, dal testimone più recente, pubblicato in epoca Edo (1603-1867), a ritroso fino ai brani di opere del periodo di Kamakura (1185-1333).

I testi sono i seguenti:

  1. Kibyōshi di epoca Edo: Edoumare uwaki no kabayaki (1785) di Santō Kyōden (1761-1816);
  2. Otogizōshi di epoca Muromachi;
  3. Racconti e storie brevi da Ujishūi monogatari, epoca di Kamakura;

Le reading classes e l’introduzione allo studio della paleografia di epoca premoderna sono aperte a tutti gli studenti di giapponese interessati, in particolar modo agli iscritti al terzo anno di Mediazione Linguistica e Interculturale e a entrambe le annualità del corso di laurea in Lingue e Culture Europee ed Extraeuropee.


Testi di riferimento

Ichiko, Teiji, Otogizōshi. Iwanami bunko, 1987.

Jippensha, Ikku, Tōkaidōchū hizakurige, vol. I, Edo: Eiyūdō (Murataya Jirōbee, 1802).

Kasama eiin sōkan kankōkai, Jiten kana: shutten meiki. Kasama shoin, 2009.

Komai, Akira, Rohlich, Thomas, An Introduction to Classical Japanese. (Capitoli 4.1 – 4.11)

Komai, Akira, Rohlich, Thomas, An Introduction to Japanese Kanbun. (Capitoli 1-6)

Mizuno, Minoru, Santō Kyōden no kibyōshi. Yukoshobo, 1976.

Nomura, Hachirō, Ujishūi monogatari. Nihon koten zensho, 1955.

Rai, Seichi, Nihongaishi. Iwanami Shoten, 1969.

Dizionario:

Maeda, Kingorō, Satake, Masahiro, Ōno, Susumu, Kogo jiten, Iwanami shoten, 1990.



Programmazione del corso

 ArgomentiRiferimenti testi
1Suffissi coniugabiliKomai, Rohlich, An Introduction to Classical Japanese. (Capitoli 4.1 – 4.11)  
2Strutture del kanbunKomai, Rohlich, An Introduction to Japanese Kanbun. (Capitoli 1-6) 
3Lettura testi a stampaJiten kana: shutten meiki 
4Brani di classicoIchiko, Teiji; Mizuno, Minoru; Nomura, Hachiro. 

Verifica dell'apprendimento

Modalità di verifica dell'apprendimento

Esami scritti: due prove intercorso più una finale.

Lo studente risponderà a domande basate sugli argomenti trattati durante le lezioni.

Le tre prove prevedono una sezione di grammatica e una sezione sui brani antologici tradotti in classe.

Le tre prove scritte prevedono la traduzione di testi inediti con glossario fornito dal docente.

Il voto scaturirà dalla media matematica dei risultati ottenuti ai test. Qualora lo studente non dovesse ritenere soddisfacente la valutazione delle prove scritte, è possibile integrare la votazione con un colloquio orale.


Esempi di domande e/o esercizi frequenti

Tradurre le seguenti frasi.

Trascrivere e tradurre in italiano le seguenti frasi in kanbun.